“Il club del benessere”, “qui potrai ritrovare il tuo
benessere”, “attività per il tuo benessere”, quante volte nella promozione del
nostro club abbiamo parlato di benessere, eppure il significato di questa parola
è in continuo divenire convogliando in se tendenze e analisi sociologiche.
Wikipedia dà la seguente definizione di
benessere: “Il benessere (da ben – essere
= "stare bene" o "esistere bene") è uno stato che coinvolge
tutti gli aspetti dell'essere umano, e caratterizza la qualità della vita di
ogni singola persona. Comunemente il benessere viene percepito come una
condizione di armonia tra uomo e ambiente, risultato di un processo di
adattamento a molteplici fattori che incidono sullo stile di vita.
Anche nel rapporto della Commissione Salute
dell'Osservatorio europeo su sistemi e politiche per la salute è stata proposta
definizione di benessere come "lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale
e spirituale di ben-essere che consente alle persone di raggiungere e mantenere
il loro potenziale personale nella società". Come si legge nel Rapporto,
tutti e cinque gli aspetti sono importanti, ma ancora più importante è che
questi siano tra loro equilibrati per consentire agli individui di migliorare
il loro benessere.”
Assistiamo ad un passaggio da un concetto passivo di
benessere come assenza della malattia ad una nuova visione che rende
l’individuo attivo nello sviluppo di una condizione di equilibrio globale.
Ci si trova però a questo punto a gestire come concetto di
benessere una condizione non più
definita ma abbastanza astratta, non è più richiesto solo di utilizzare bene le
proprie potenzialità e le proprie energie ma anche svilupparle per raggiungere
livelli di vita ancor più soddisfacenti.
Diversamente da quanto si possa pensare un organismo
stressato non "recupera" le proprie capacità semplicemente
allontanandosi dalle attività, perché senza attività finisce per perdere il
senso più concreto dell'esistenza e subire un aumento del livello di ansia e di
smarrimento. Il punto centrale non è dunque solo l'attività di per sé o il tempo che vi si
impiega, ma riguarda anche le modalità con le quali si svolge l'attività. Se,
infatti, si conservano le capacità di svolgere un’attività in modo morbido, non
agitato, non ossessivo, non furioso o rabbioso, non preoccupato, non tensivo,
si accumula molto meno stress e si ottengono risultati di gran lunga migliori.
Lo sport va allora visto in un susseguirsi di polarità piene
e complete, con le quali si deve assicurare una condizione di armonia della
persona per non restare legati ad una sola modalità.
Risulta inoltre evidente che la possibilità di usufruire di
spazi pubblici, di vivere in un ambiente pulito, di partecipare ad attività
socializzanti sul piano locale sono tutte condizioni che hanno una stringente
relazione con la comparsa e il mantenimento di una sensazione di benessere. Un’altra caratteristica molto interessante del concetto di
benessere è la capacità di acquisire un significato diverso a seconda dell’età,
della condizione sociale e del momento che si sta vivendo. Attualmente, parlando di qualità ottimale si intende
rivalutare il concetto di "vivere qualitativamente la vita" in modo
tale che per ognuno sia possibile assaporare gioia e soddisfazione: l'attenzione,
quindi, viene posta sulla qualità dei momenti e non sulla quantità degli anni
che viviamo. In questo modo, il "bon vivre" viene inteso da ognuno in
modi diversi a seconda delle proprie esperienze, cosicchè la stessa ricerca ed
il raggiungimento del "sentirsi bene" diviene un percorso personale.
Pertanto, si viene a delineare un nuovo concetto di benessere
che segna l'affermarsi della cosiddetta psicologia del benessere. E’ così che molti ricercatori hanno cominciato a occuparsi di
psicologia positiva, per lo studio di tutte quelle emozioni come gioia,
appagamento, gratitudine, amore, per far luce sul loro significato adattivo e per
analizzare i dati nei quali si evidenzia che le perone in grado di pensare
positivamente siano in grado di vivere più a lungo.
Le nuove scoperte della psicologia positiva promettono di
migliorare la funzionalità individuale e collettiva, il benessere psicologico e
la salute fisica. Ma in che modo il
pensiero positivo e le sensazioni piacevoli aiutano a vivere più a lungo?
aiutano a vivere anche in modo migliore? Di solito le emozioni hanno specifiche finalità, quelle
negative infatti hanno un valore adattativo intuitivamente ovvio: in un
istante, restringono il nostro repertorio di pensiero-azione alle risposte che
hanno favorito maggiormente la sopravvivenza dei nostri antenati in situazioni
di pericolo. Sotto questo aspetto, le emozioni negative sono una soluzione
efficiente a problemi ricorrenti che i nostri antenati si sono trovati ad
affrontare.
Le emozioni positive, invece, non si spiegano così
facilmente. Da questa prospettiva evolutiva, gioia, serenità e gratitudine non
sembrano così utili come la paura, la rabbia o il disgusto.
E’ stato riscontrato che
rispetto alle persone che si trovano in uno stato mentale negativo o neutro, le
persone che sperimentano emozioni positive tendono a scegliere la
configurazione globale, e ciò sembra indicare un modo di pensare
tendenzialmente più aperto.
Gli esperimenti condotti in un arco di vent'anni da Alice Isen della Cornell University hanno mostrato come le persone che sperimentano emozioni positive pensino in modo effettivamente differente.
Gli esperimenti condotti in un arco di vent'anni da Alice Isen della Cornell University hanno mostrato come le persone che sperimentano emozioni positive pensino in modo effettivamente differente.
Nel complesso, tutti
gli esperimenti condotti hanno mostrato che, quando le persone si sentono bene,
il loro pensiero diviene più creativo, integrativo, flessibile e aperto alle
informazioni.
L'attività fisica porta
miglioramenti a lungo termine della salute, le strategie di gioco sviluppano
capacità di risoluzione dei problemi, e il cameratismo rafforza i legami sociali
che, in futuro, potranno offrire un sostegno cruciale. Dunque l'utilità del «sentirsi
bene» va molto al di là della mera constatazione di un'assenza di minacce.
Questa disposizione d'animo può trasformare le persone, renderle più ottimiste
e migliorando le loro relazioni sociali. Di fatto, questa considerazione
potrebbe risolvere il mistero evolutivo delle emozioni positive: grazie a esse,
i nostri antenati avrebbero accresciuto le proprie risorse personali.
Quando parleremo di benessere
nei nostri club potremo ora considerare la panoramica più completa di questa
meravigliosa condizione.
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Francesca Pelanda - francescapelanda@wellink.it