Ricavi primari e Secondari del tuo centro Wellness: perché classificare e come fare più utile

Partiamo da un presupposto: ogni attività “commerciale” prima di iniziare la sua attività dovrebbe aver ben chiare le voci di costo come pure quelle di ricavo. Pertanto stilare un Business Plan dettagliato in merito a quanto si ricaverà e quanto si spenderà per, conseguentemente, stabilire un utile fa parte di ogni processo economico. 

Il nostro settore rappresentato da Centri Fitness, Spa o Piscine, non fa differenza, o almeno, non dovrebbe farla. Prendiamo ad esempio un Centro Fitness di medie dimensioni, di circa 1.500 mq: i Ricavi Primari saranno costituiti certamente dalla vendita delle membership, gli abbonamenti che includono i servizi di sala fitness, classi musicali ed eventualmente la zona benessere, se venduta inclusa con le membership. Questi ricavi costituiscono di certo il core business di una società sportiva o commerciale che sia, e possono e devono, in certi casi, rappresentare circa il 70% degli introiti di suddette società. Questa parte di “fatturato” incarna il vero e proprio fulcro nella voce ricavi, e su questo fulcro si fonda la politica commerciale e di marketing della maggior parte dei Centri.

Tuttavia, soprattutto negli ultimi anni, molte sono le attività, più o meno tradizionali che  vanno ad aggiungersi ai ricavi primari, e cioè i Ricavi Secondari. I ricavi secondari possono rappresentare fino ad un 50 o 60% in più rispetto al valore dei ricavi primari; questo a seconda degli spazi o attrezzature di cui si disponga.

Alcuni ricavi secondari per un centro polivalente sono molto tradizionali: si pensi alla scuola nuoto, nel caso si disponga di una piscina. Questi ricavi rappresenteranno una fetta più che importante nel business totale. Ovviamente va costruito un piano vasca adeguato tenendo conto di quanti utenti si possa raggiungere, quanti corsi attivare e quale l’incidenza del personale addetto. Una buona impostazione farà di certo la differenza contribuendo ad innalzare gli utili dati dai ricavi primari. Altre attività apparentemente di “nicchia” possono però – soprattutto ove non si disponga di una piscina – contribuire in modo più o meno notevole ad incrementare gli utili finali cioè il valore della produzione.
  • Pensiamo ai corsi per bambini di judo, karate, danza ecc. Queste attività possono trovare un loro spazio in sale corsi e orari non tipici del fitness e che altrimenti rimarrebbero vuote (dalle 15:00 alle 18:00 di massima).
  • Pensiamo ancora ad attività come l’allenamento funzionale e tutte le declinazioni che con esso porta. Tutte queste attività si prestano ad essere vendute a parte rispetto alle membership con modalità a “pacchetto” (5, 10 , 20 lezioni ecc.) o a periodo (4 mesi, 8 mesi, mono o bi settimanale). 
In questo caso – come anche per le attività prima menzionate – sul conto economico va impostato un calcolo medio basato sulla disponibilità oraria delle sale, del numero di utenti che si vuole raggiungere e del “ticket” medio che si può far pagare, tenendo anche presente che la retribuzione dell’istruttore, nella maggior parte delle volte, è in regime di 50%. Una volta stabiliti questi parametri si può prevedere quante lezioni si faranno a settimana, al mese e all’anno, determinandone quindi l’ipotetico fatturato.

In seguito si produrrà un listino dettagliato per queste attività “speciali”.

Il Personal Training è una delle voci più importanti di ricavi secondari e, a seconda di quanto lo si proponga si possono ottenere fatturati importanti: che sia venduto col sistema indiretto (il club vende e riconosce una % al PT) che diretto (il PT vende direttamente al cliente e riconosce un affitto alla struttura) si deve tenere conto del costo del venduto per determinare il potenziale fatturato annuale.

Altre attività, ben più moderne, possono trovare posto in zone non prese in esame prima. Si pensi all’attività funzionale Omnia o altro Functional Training che hanno come ambientazione la sala fitness, ma vengono venduti come Small Group Training con una quota a parte rispetto alle membership.

In conclusione molte volte ci concentriamo giustamente sui Ricavi Primari, cioè gli abbonamenti, che rappresenteranno sempre la parte più corposa del valore della produzione. Sappiamo però che spesso tra costi di affitto, investimenti, leasing e mutuo non si riesce a produrre un utile sufficiente.

Se, quindi, al valore della produzione primaria, ci aggiungiamo quello dei Ricavi Secondari, potremmo ottenere un utile ben maggiore. Si deve solo aver voglia di cercare le attività giuste, trovare gli insegnanti e comunicare tutto a dovere, e dopo una corretta pianificazione economica il successo è garantito.

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Luca D'Andrea - lucadandrea@wellink.it