Dal 2000 in poi l’allenamento in palestra sta acquisendo
nuove forme, inserendo sempre più
modalità di condizionamento a corpo libero.
Convinto della loro utilità,
non starò a scrivere di specifiche metodologie di allenamento, ma solo del mio
personale pensiero riguardo alla possibilità di integrarli in un contesto
fitness attuale in cui possono essere inseriti al fine di una dicotomia
produttiva macchine-corpo libero.
Le potenzialità di movimento del corpo sono sensazionali, basti pensare ad
atleti quali ginnasti, contorsionisti, traceurs (praticanti di parkour) ecc.. Tuttavia le persone spesso perdono le proprie attitudini al
movimento a causa di sedentarietà e/o limitazione di utilizzo.
Queste perdite di capacità motorie possono condurre a
problemi di natura muscolo-scheletrica compromettendo la salute.
L’avvento del fitness a largo consumo
ha dato la possibilità a molte persone che non praticano abitualmente
discipline sportive di rimettere in moto il proprio corpo, spesso occupandosi
per lo più di potenziamento muscolare e cardio/polmonare.
Senza la pretesa di
rendere tutti dei Frank Medrano*, diventa importante inserire parti di allenamento dedicate al corpo libero nei protocolli di
allenamento classici delle sale cardio-fitness.
In funzione degli
esercizi scelti andremo a stimolare qualità differenti (forza, resistenza,
potenza, equilibrio, mobilità, elasticità) il tutto con la finalità di
migliorare la capacità di interagire fisicamente con l’ambiente e di mantenere
o ripristinare un efficienza di movimento in grado di assicurare un migliore
stato di salute.
A differenza dei classici esercizi da palestra (chest press,
lat machine, shoulder press, ecc.) che, a parte evidenti limitazioni funzionali, possono essere eseguiti da tutti, e dove
l’intensità è data da carico/velocità di esecuzione/numero di ripetizioni/recuperi, negli esercizi a corpo libero la personalizzazione dell’intensità dovrà tener
conto in maniera più attenta delle capacità motorie del soggetto andando ad
aggiungere alle variabili precedenti un’attenta scelta del livello di esercizio
proposto.
Esempio : Affondo frontale
liv.1 Affondo sul posto
liv.2 Affondo dietro sul posto alternato
liv.3 Affondo dietro sul posto una serie per gamba
liv.4 Affondo avanti sul posto alternato
liv.5 Affondo avanti una serie per gamba
liv.6 Affondo in avanzamento
liv.7 Affondo in arretramento
liv.8 Affondo saltato alternato
liv.9 Affondo saltato a una gamba
…..ed altre variazioni possibili
Da questo esempio possiamo intuire quanto sia delicata la
scelta del livello giusto in funzione delle capacità del soggetto, e di quanto
sia necessaria una notevole sensibilità e preparazione del trainer per la
scelta dello stesso.
Concludo dicendo: divertiamoci e divertiamo con il corpo
libero ma un occhio in più nella scelta degli esercizi.
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Pascal Moiset - pascalmoiset@wellink.it

