Corsi collettivi: istruttore reale vs istruttore virtuale. Cosa è meglio?

Da un po’ di tempo a questa parte abbiamo visto come la tecnologia sia entrata in modo prorompente anche nell’organizzazione dell’attività fisica e dello sport. Di particolare rilevanza è l’utilizzo di app e dispositivi che tracciano il movimento e danno la possibilità di tenere sotto controllo i propri livelli di allenamento e benessere.
Possiamo dire quindi che la tecnologia, entrata ormai nella gestione di varie attività quotidiane, sta rivoluzionando il settore del benessere e dello sport.

Anche nei centri fitness il sistema si è adeguato all’innovazione. Già da diversi anni le attrezzature proposte dalle aziende del settore propongono funzioni di utilizzo avanzate, visualizzazione dei canali tv, percorsi virtuali, collegamenti a internet fino ad arrivare ad app che permettono la gestione del proprio allenamento dentro e fuori dal club.
Tutto questo riguarda principalmente l’allenamento individuale

Come è intervenuta però questa rivoluzione tecnologica sul servizio dell’allenamento di gruppo?

Ultimamente anche per quanto riguarda la gestione del servizio di group training la tecnologia ha trovato una soluzione al passo con i tempi: i virtual training o corsi virtuali.
Si tratta di lezioni di gruppo tenute da un trainer virtuale, ossia un video proiettato solitamente su una parete di una sala corsi che riproduce l’esecuzione del corso da parte dell’istruttore con audio vocale e musicale.

Come si pone nel mercato del fitness e del wellness questo tipo di proposta?

Per quanto riguarda il mercato italiano vi sono già diverse catene di low cost che propongono questo tipo di servizio e parte dei club considerati di livello “medium” si stanno muovendo integrando al servizio di corsi normale questa innovazione.

Questo tipo di proposta può quindi essere un valore aggiunto al servizio normalmente proposto nei club?

Rispondere a questa domanda non è semplice, ma ci sono sicuramente diverse considerazioni da fare che possono essere utili e che ogni imprenditore può valutare in base alla propria realtà.
  • Meno personalizzazione: la prima obiezione ai corsi virtuali è che l’istruttore non ha interazione diretta con la classe e si perde quel valore di coinvolgimento personalizzato al gruppo. Dall’altra parte l’assenza di personalizzazione soggettiva del trainer e una maggior “neutralità” della lezione potrebbe essere apprezzata da target diversi ed evitare che alcuni corsi vengano scelti più per la simpatia del trainer che per l’effettiva resa dell’attività proposta.
  • Difficoltà di scelta per il neofita: altra obiezione che insorge è la difficoltà nella scelta del giusto corso da parte di una persona che si approccia all’attività fisica in un club per la prima volta. Per ovviare a questo basta semplicemente organizzare uno staff di accoglienza e vendita che sappia consigliare e motivare i prospect alla scelta corretta e soprattutto funzionale ai loro obiettivi.
  • Maggiore disponibilità di servizio: un vantaggio che sicuramente ha questa proposta all’avanguardia è la possibilità di dare un servizio di corsi collettivi continuativo. A ogni ora il servizio è fruibile. Questa possibilità va sicuramente ad ovviare al problema di inserimento di attività in orari meno frequentati. In questo modo si può avere sempre la proposta giusta per il target di persone interessate perché il cliente può scegliere il corso che vuole in base alla propria disponibilità di orario.
  • Costi del servizio: una variabile non trascurabile nella gestione del servizio corsi è il budget, mantenere i costi inferiori alla resa del servizio. Ogni corso solitamente è sostenibile sulla base di un certo numero di presenze e tutto il palinsesto è produttivo in base alle frequenze medie degli iscritti partecipanti che devono essere proporzionate al valore dell’abbonamento. In questo senso con il virtual training il costo fisso si riduce e per la semplice fruibilità si può facilmente sostenere e rendere più produttivo.

Queste considerazioni, come dicevamo, servono per fare delle valutazioni utili a capire se questo tipo di servizio è integrabile nella propria proposta di servizio fitness e wellness.

È sicuramente un’innovazione importante e all’avanguardia per il nostro settore e va considerata in previsione del futuro prossimo, delle nuove generazioni. 
Bisogna organizzare il servizio del proprio club non solo in funzione del presente, ma considerando chi lo utilizzerà nel prossimo futuroSi tratta delle generazioni Y e Z, la generazione Y comprende i ragazzi che oggi hanno tra i 15 e i 30 anni, quindi già utilizzatori del servizio odierno, e la generazione Z che comprende i bambini di oggi. Questi target oltre a crescere in uno sviluppo di tecnologia già avanzato, hanno un’attitudine più libera e più autonoma e hanno l’esigenza di organizzare la propria giornata ottimizzando al meglio i tempi.

La conclusione a questo punto è: come volete proporvi nel futuro prossimo?
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Irene Tagliafico - irenetagliafico@wellink.it